“Regole e libertà: il rischio di educare – Costruire un cammino tra famiglia e scuola”, educazione in pillole con Tata Lucia.
In occasione di una serata andata in scena, qualche anno fa, presso la sala della Filarmonica a Rovereto, Tata Lucia (sì, quella del programma tv ‘SOS Tata’!) ha intrattenuto curiosi, mamme disperate, insegnanti per oltre due ore con i suoi preziosi consigli, da esperta educatrice quale essa è. Non aveva la divisa blu con cui l’abbiamo conosciuta, anzi, seppur chiamata in veste di educatrice, in lei, che può vantare studi e insegnamenti presso scuole e università americane e italiane, ho visto soprattutto una mamma e una nonna orgogliosa, dei cui ruoli ha riportato in più occasioni qualche aneddoto esemplificativo. L’argomento della serata ha dato spazio a numerosi ragionamenti e a molte domande da parte dei presenti in sala: il termine regola, infatti, è spesso vissuto come una sorta di limite, qualcosa di negativo che sembra impedire chi ne è soggetto di agire come meglio crede. Inoltre, il dover sottostare a delle regole, non è accettato di buon grado dalla maggior parte di bimbi e ragazzi che vedono in esse una sorta di volere unidirezionale dei genitori, degli insegnanti e di quanti si possono definire educatori (allenatori, istruttori, ecc.) nel momento in cui non sono condivise. È proprio sul termine educare che Tata Lucia punta il focus dell’intera serata, attraverso esempi pratici che hanno reso perfettamente l’idea.
Come molto spesso accade, per capire veramente il significato della nostra lingua, ci rifacciamo ai nostri antenati latini:
educare deriva infatti da educere (ex ducere ) che letteralmente significa tirare fuori.
L’atto di educare quindi va inteso più come un tirare fuori qualcosa da ciascuno dei bambini piuttosto che, come spesso accade (e sarebbe molto più facile!), un mettere dentro, riempire.
La Tata, infatti, suggerisce che non si possono cambiare le persone, ma è invece possibile modificare i loro comportamenti; è attraverso la disciplina che tali comportamenti vengono assunti e fatti propri da bimbi e ragazzi. E ancora una volta ci viene d’aiuto il latino per capire meglio un concetto di straordinaria importanza: il termine disciplina deriva da discere (imparare), e da discernere (scegliere) e significa dunque imparare a scegliere la cosa giusta. Tale definizione connota infatti l’aspetto del tirare fuori inteso come l’ottenere attraverso un percorso fatto di scelte quanto è possibile. Per far sì che i nostri bimbi imparino a scegliere la cosa giusta, Tata Lucia mette in campo anche il rinforzo positivo, del quale è una grande sostenitrice, avendo potuto riscontrare essa stessa quanto questo può; dare un rinforzo positivo significa dare uno strumento al bambino per fare in modo che possa capire che attraverso quel comportamento la sua vita diventa migliore; è chiaro che il centro del rinforzo è colui che beneficia della disciplina e quindi bimbi e ragazzi, ai quali proprio per questo è bene rivolgersi mettendoli al centro del discorso.
Tata Lucia parla anche di valori e associa la parola valore a lavoro: se lavoro per costruire qualcosa riuscirò a raggiungere i valori sui quali fondare e muovere la mia esistenza, le mie relazioni, i miei comportamenti.
Aggiunge la Tata che si impara per emozioni, attraverso il vissuto concreto e ci fa notare che tutti noi ricordiamo l’insegnante severo che però ci ha trasmesso un’emozione; parla poi di un tempo di qualità da spendere con i nostri bimbi, del fatto di essere fermi nelle possibilità di scelta da offrirgli affinché diventino adulti responsabili e di successo. Fa notare come famiglia e scuola debbano aiutarsi e non osteggiarsi e che in quello che dicono entrambe c’è sempre qualcosa di vero; e anche come i ragazzi di oggi non siano più abituati a rapportarsi con le persone guardandole in faccia (attenzione a pc e social network!), di come il vestirsi ed essere alla moda vada oltre il rispetto degli altri, oltre a riflettere un particolare stile di vita. Per lei fiumi di domande di mamme, insegnanti, nonne, educatori…tutti in cerca di una soluzione pratica perché “non sappiamo più che cosa fare”. E la Tata, dall’alto dei suoi anni spesi con e per i bimbi e ragazzi, con gli occhi che ridono di tenerezza dice sì, come ‘arginare’ la loro disperazione, ma fa capire che la vera soluzione è un lavoro a monte fatto di coccole, scelte e regole che li renderanno adulti felici. Per la Tata, infatti, la regola è la ricetta di come si fa, e se vogliamo vivere felici, e la felicità è una buona abitudine, la ricetta ce l’abbiamo. Parola di Tata Lucia.